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La Serata dei Giganti

Cine presenta i "Giganti" (Foto LeccoNotizie.com)
Cine presenta i "Giganti" (Foto LeccoNotizie.com)

Articolo tratto da LeccoNotizie.com

LECCO, venerdì 30 gennaio 2015 – Gigante… “La serata dei Giganti”. Protagonisti indiscussi della serata griffata dai Falchi Lecco in una sala don Ticozzi stracolma all’inverosimile, i volti noti della mitica Tor des Géants, gara regina tra gli Ultra Trail che si snoda lungo i sentieri valdostani per ben 330 chilometri con un dislivello di 24mila metri da chiudere rigorosamente in 150 ore.

Presente, sul palco, il vincitore dell’edizione 2014, Franco Collé, valdostano del team Tecnica che ha fermato il crono sulle 71 ore 49 minuti e 10”. Con lui i compagni di team: il mandellese Massimo Tagliaferri che ha chiuso all’ 8° posto (85h 34m 32s), l’imolese Gianluca Galeati 7° (83h 54m 25s), l’inossidabile Giuliana Arrigoni che nel 2013 si è piazzata al 4° posto scendendo sotto il fatidico muro delle 100 ore (97h 58m 23s)  e, con loro, Alessandro Giampy Crippa dei Falchi Lecco tra i pionieri del Tor, Corrado Ratti del team Muscoli del Lario, Cesare Lombardo autore del libro “Sulle alte vie del Tor des Géants” e Francesco Prossen autore del libro “La grande corsa”. Infine, ma non da ultimo, il deus ex machina della gara, Alessandra Nicoletti Direttore di Gara e presidente dei VDA Trailters, società organizzatrice del Tor des Géants ma non solo: Arrancabirra, Gran Trail Courmayeur, Winter Eco Trail.

Giampy Crippa e Corrado Ratti (Foto LeccoNotizie.com)
Giampy Crippa e Corrado Ratti (Foto LeccoNotizie.com)

A condurre la serata un incontenibile Gianluca Cine Corti, dei Falchi Lecco, anche lui tra i protagonisti del Tor 2014 la cui storia è stata accompagnata passo passo da Lecconotizie con uno speciale dedicato al suo avvicinamento al Tor fino al fatidico giorno e alla scelta del ritiro giunta dopo 65 ore di gara, 161 chilometri e 300 metri percorsi e circa 10mila metri di dislivello superati.

Cine in gara nel Tor 2014
Cine in gara nel Tor 2014

Ad aprire la serata un video di presentazione del Tor, poi hanno fatto ingresso, in una sala completamente buia, Lombardo e Prasson. Frontalino in testa e rispettivi libri alla mano i due sono saliti sul palco e hanno letto alcuni passi delle loro opere. Quindi, riflettori accesi e puntati sul palco, dove “Cine” Corti ha chiamato e presentato uno ad uno i suoi ospiti.

A spiegare il fascino del Tor è stata Alessandra Nicoletti vera e propria anima della kermesse sportiva conosciuta in tutto il mondo. “Ci sono pochi momenti in cui la Valle d’Aosta si trova unita e il Tor è una di quelle. Credo che la scintilla che accende i valdostani, popolo di montagna chiuso e riservato, è quello di vedere delle persone che, come loro, salgono, scendono, sudano e faticano sulle loro montagne riconoscendoli come montanari”.

Lavorare per 150 ore di fila non è da tutti e soprattutto non è cosa semplice, in particolare quando c’è in ballo la sicurezza di molti atleti… “Siamo come dei runner – ha spiegato Alessandra – siamo mossi dall’adrenalina che ci fa superare tutte le difficoltà, per assurdo il sonno è una di quelle cose che ti assale di meno, poi, finito il Tor, c’è il crollo totale. Ma durante, l’attenzione non viene mai meno”. Nemmeno quando, nel 2013, il Tor è stato macchiato dall’incidente mortale occorso al cinese Yang Yuan… “A dire il vero subito dopo il dramma la mia reazione è stata quella di dire basta, finiamo qui. Non ha più senso continuare, una persona è morta. Poi mi sono guardata attorno, c’erano più di 700 persone venute da tutto il mondo, c’erano i numerosi volontari ed ho pensato: Yang è venuto dalla Cina per il Tor e io lo fermo; che cosa gli do…? Che significato ha il suo ‘sacrificio’?… Per cui siamo andati avanti anche se a fatica, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e questo è stato possibile grazie all’unità di gruppo e in primis all’ottimo rapporto che c’è con Oscar Taiola, responsabile della sicurezza, e con tutte le persone che attorno a me stanno alla base operativa. Senza di loro non sarei in grado di fare tutto questo”.

Archiviata l’edizione 2014, si vola verso quella del 2015 con una sorta di innovazione nel regolamento: vietata l’assistenza di più persone nella basi vita. “Non è un’innovazione e nemmeno una variazione del regolamento – ha sottolineato Alessandra – chi legge la spiegazione della gara da sempre legge che si tratta di una gara individuale. Il motivo di questa nuova specifica è che le persone che si presentavano alle basi vita erano ormai troppe”.

Piatto forte della serata è stato il vincitore dell’edizione 2014, Franco Collé (team Tecnica), sci-alpinista nei mesi invernali, trail runner per il resto dell’anno. La sua escalation al Tor è stata entusiasmante: 5° nel 2012, 3° nel 2013 fino alla vittoria nella passata stagione con il tempo di 71h 49m 10s.

Un risultato straordinario, raggiunto grazie ad un segreto… non aver mai dormito, ha dichiarato tra il serio e il faceto il campione. “Dopo aver capito, nelle edizioni precedenti, che dormire mi penalizzava perchè non riuscivo a riposarmi, anzi, mi innervosivo perché sentivo i campanacci che annunciavano il passaggio dei concorrenti, e dopo il riposo avevo persino dei parziali peggiori, ho deciso di cambiare strategia provando a non dormire. A dire il vero avevo programmato un pisolino di 5 minuti ad Alpenzu, ma non ho fatto nemmeno quello. Le prime due notti con l’adrenalina in corpo sono andato spedito e bene, la terza notte è stata pesante. Facevo dei micro sonni, mi fermavo sul sentiero, mi sdraiavo, chiudevo gli occhi e contavo fino a 50, poi ripartivo. Era un modo per staccare… un po’ come quando si guida in autostrada che arriva il momento in cui cala la palpebra. A quel punto, basta fermarsi all’autogrill, chiudere gli occhi per qualche minuto, abbastanza per riprendersi e ripartire”.
Strategia solo per pochi, e infatti lo stesso Collé ammette: “E’ una cosa che sconsiglio ed è un approccio solo per pochi. A coloro che partecipano al Tor consiglio vivamente di fermarsi e di riposare”.

Ma nella recente vittoria c’è stato un altro ingrediente che ha fatto della “Collé strategia” un’arma vincente: la furbizia. Collé stava per raggiungere Lionel Trivel fino a quel momento davanti a tutti, quando lo informano che sta riposando al rifugio Barmasse.”Quando sono arrivato hanno iniziato a suonare i campanacci e, preoccupato che si svegliasse ho detto loro: ‘ma piantatela che si sveglia!’, infatti passo davanti al rifugio, poco dopo mi giro e me lo sono trovato subito dietro. A quel punto per due orette ci siamo scannati e ci siamo un po’ testati. In prossimità del rifugio Cuney gli ho detto dai andiamo che poi ci fermiamo e mangiamo qualcosa. Io poi l’ho staccato di tre minuti, al che mi sono infilato nel rifugio, ho mangiato il più possibile e sono uscito. Quando Lionel è arrivato gli ho detto: ‘Alè, Alè’ andiamo subito che qua piove” e così mi ha seguito senza mangiare. Stessa cosa è successa al bivacco dopo e al terzo ha mollato. Strada facendo e calata la notte ho visto che era molto distante e ho capito che non mi avrebbe più raggiunto. Poi so che è stato male, si è fermato a Saint Rhemy un giorno intero per poi riprendere la gara e onorarla fino in fondo. A lui, giustamente, è stato consegnato il premio Fair Play. Non so quanti top runner avrebbero fatto come lui,un grande”.  Collé si è quindi congedato sottolineando come in un’impresa del genere “la cosa che più conta è la testa. E’ quella che fa tutto, certo ci vuole allenamento, ma la testa è fondamentale”.

E lo ha sottolineato anche il lecchese dei Falchi Giampy Crippa (finisher delle prime due edizioni della gara, nel 2010 in 124 ore e 28 minuti e nel 2011 in 102 ore e 26 minuti con il 18° posto assoluto) che ha raccontato gli albori del Tor anche lui chiudendo il suo intervento sottolineando come “per concludere il Tor serve più la testa che l’allenamento”.

Giampy Crippa (18° assoluto in 102 ore e 26 minuti) con Giuliana Arrigoni e Patrizia Pensa (seconde donne a pari merito) all'arrivo dell'edizione 2011 del Tor.Giampy Crippa con Giuliana Arrigoni e Patrizia Pensa (seconde donne a pari merito) all'arrivo dell'edizione 2011 del Tor.

Corrado Ratti ha invece portato la testimonianza di come un gruppo di 5 amici “I muscoli del Lario” già protagonisti nelle passate edizioni, quest’anno abbiano trovato la forza di affrontare il Tor grazie all’amico Dario affetto da Atassia di Friedreich patologia che lo affligge dall’età di 12 anni. “Con lui – ha spiegato Corrado – abbiamo fatto un patto: Dario si sarebbe impegnato nelle sue attività fisiche e noi avremmo concluso il Tor. Un patto che tra gli amici è diventata una scommessa: per ogni chilometro percorso avrebbero versato una quota… tutti e 5 siamo arrivati fino in fondo e così la raccolta fondi per Dario è stata proficua avendo racimolato ben 11 mila euro. Con questi soldi Dario ha potuto iniziare la sua attività e qui ha persino trovato un posto di lavoro”.

Applausi quando è stato il turno di Massimo Tagliaferri, beniamino di casa, che ha raccontato la sua esperienza insieme a Gianluca Galeati con il quale ha corso buona parte del Tor.

L’8° posto di Tagliaferri è arrivato dopo un’edizione, quella del 2013, davvero provante: “Circa a metà gara sono andato completamente in crisi. Una sensazione che non avevo mai provato prima di allora, scoprendo poi di aver avuto un attacco d’asma, problema che da quel giorno mi ha sempre accompagnato e con il quale ho dovuto imparare a convivere, gestire e risolvere” e il risultato dello scorso anno ne è stata la prova provata.

A meravigliare tutti è stata Giuliana Arrigoni quando ha raccontato del suo approccio naturale, quasi ingenuo (nella sua accezione positiva) al Tor: “Ho partecipato nel 2011 per la prima volta senza sapere esattamente di cosa si trattasse. L’ho vissuta come un’avventura”. Poi, spiazzando un po’ tutti, ha aggiunto: “L’avventura del Tor potrebbero viverla tutti coloro che sono questa sera in sala, certo serve molto allenamento, una giusta preparazione, ma è un sogno realizzabile, forse non è per tutti, ma per molti sì. Io non sono una wonder woman, anzi. Quello che conta è l’approccio”. Giuliana che nel 2011 è giunta sul podio al 3° posto, nel 2014 si è ripresentata ai nastri di partenza arrivando 4^ e forse la rivedremo nell’edizione 2015.

Una serata davvero coi fiocchi, quella organizzata dai Gianluca Cine Corti in collaborazione con i Falchi Lecco che ha voluto ringraziare tutti dal Main sponsor Tecnica, al sostegno di Affari & Sport, Canadian e Tor des Géants, al gruppo della Runvinata, Paolo Bonanomi per la grafica,  Lecconotizie.com e Sportdimontagna.com in qualità di media partner.