Il salvataggio di Corinne... Stampa
Scritto da rg   
Lunedì 10 Novembre 2008 22:02

Ecco il racconto del salvataggio di Corinne. Secondo gli ultimi aggiornamenti, le sue condizioni sono decisamente migliorate.

Fabrizio Zangrilli (© 2007 AFP Prakash Mathema)

Notizia tratta dal sito www.france24.com e riportata anche sul blog mbdclimbing.blogspot.com

Drammatico salvataggio in quota sull’Himalaya – di Sam Taylor

Il capo di una spedizione americana ha descritto il drammatico salvataggio, durato 24 ore, di un’alpinista francese che ha subito fratture multiple, dopo essere stata colpita da un enorme blocco di ghiaccio durante un’ascesa himalayana in Nepal.
Corinne Favre, una specialista di sciate e corse in alta quota, stava tentando l’ascesa al Pumori (7161 m), cima vicina all’Everest, quando la scorsa domenica mattina (il 2 novembre, N.d.T.) è avvenuto l’incidente.
“E’ stata colpita da un blocco di ghiaccio molto grande. Sarà stato di circa 200 kg è l’ha colpita all’altezza del petto” racconta il capo-spedizione Fabrizio Zangrilli.
“Ho visto il ghiaccio quando stava cadendo ed era a circa 50 metri sopra di noi. Ho urlato ma noi eravamo sulle corde fisse e così non siamo riusciti a levarci di mezzo” ha detto il 36enne alpinista professionista alla AFP (Agence France-Presse).
Secondo il sito mounteverest.net (Link), la Favre è stata ritrovata a 5700 m.
L’impatto del blocco di ghiaccio ha inizialmente fatto perdere conoscenza alla Favre ma, mentre veniva trasportata giù dalla montagna da Zangrilli, ha ripreso i sensi. Le sue condizioni erano comunque gravi.
“A questo punto ha cominciato a urlare e a lamentarsi. Era in grado di parlare e ha detto ‘Sto morendo, lasciatemi solo dormire qui’” descrive Zangrilli.
“Protestava poiché aveva tanti dolori. Non era molto ‘coerente’ ma riusciva a lamentarsi” ha detto, aggiungendo che l’impatto del ghiaccio che ha colpito la 37enne Favre è stato “massiccio”. Zangrilli si è calato in corda doppia e ha trasportato il corpo ferito e sanguinante della francese per quasi quattro ore e mezza, prima che gli sherpa e gli altri membri della sua squadra gli abbiano fornito assistenza.
“E’ stata molto dura dal punto di vista psicologico avere 60 kg appesi al mio imbrago e dover trascinare una persona lungo ardui traversi e quindi metterseli alle spalle” dice Zangrelli che è tornato a Kathmandu giovedì.
Una volta che hanno raggiunto un paese ai piedi della montagna, un dottore francese che stava facendo delle escursioni in quella regione ha prestato le prime cure di emergenza e lunedì la Favre è stata trasportata in elicottero a Kathmandu.
“E’ fuori dalla rianimazione e sta migliorando ma dobbiamo farla stabilizzare ulteriormente” afferma uno dei suoi dottori, Anip Joshi.
“Anche la ‘Signora Fortuna’ ha giocato la sua parte nel salvataggio della Favre” dice Zangrilli, da Boulder, Colorado. “Siamo stati molto fortunati perché le condizioni meteo ci hanno permesso il recupero con l’elicottero nella giornata di lunedì. Il giorno successivo il tempo è cambiato e nessun volo è più stato possibile” .
Ottobre e novembre offrono ottime condizioni per alpinisti ed escursionisti nella magnifica catena himalayana che costituisce il confine settentrionale del Nepal con il Tibet.
In ogni caso, gli incidenti e il mal di montagna reclamano vite ogni anno e finora, in questa stagione autunnale, sei escursionisti ed alpinisti stranieri (di cui cinque sono di nazionalità francese) sono rimasti uccisi sulle montagne del Nepal.


Ed ecco alcuni aggiornamenti sulle condizioni di Corinne tratte dal sito www.tenforme.com

9 novembre – ore 19.45
Corinne vuole ringraziare enormemente per i vostri messaggi. Sono arrivati da ovunque: da tutte le regioni della Francia ma anche dal Belgio, dall’Italia, dalla Spagna, dalla Martinica, da Guadalupe, dalla Réunion, ecc.
E’ stato veramente meraviglioso da parte vostra. Corinne ne è rimasta veramente molto toccata.
Benché al momento non ci sia ancora una diagnosi ben precisa, sappiamo che Corinne si alimenta sempre meglio e che non è mai lasciata sola. Il morale è migliorato.
Per coloro che ci chiedono notizie della guida Sherpa, siamo desolati ma per il momento non abbiamo che poche e frammentarie informazioni…

10 novembre – ore 6.00
Buon segno: Corinne intende rientrare rapidamente e sta riprendendo le forze.
Stamattina abbiamo parlato a lungo con le persone che le sono vicine: “Non si è ancora alzata e non ha ancora riacquistato la sensibilità del braccio destro. Ha avuto la frattura della scapola e del polso del braccio destro, la maggior parte dei drenaggi sono stati rimossi”. Restiamo in attesa di notizie più precise sulla situazione clinica che permetterà di stabilire una data per il suo ritorno.
Dopo le cure sul posto di Corinne, resteranno delle zone d’ombra non spiegate sul suo salvataggio. Abbiamo posto la questione sulla presenza o meno di una guida Sherpa implicata nell’incidente. Dopo che abbiamo sentito telefonicamente alcune persone, sembra che solo il capo-spedizione americano Fabrizio (Zangrilli, N.d.T.) si sia legato con Corinne. Pertanto, all’interno delle dichiarazioni fatte alla stampa, la versione è differente.
A causa di uno strato nevoso troppo “importante”, a circa 6000 m è stata presa la decisione di ridiscendere ed è stato lungo la via del ritorno che è avvenuto l’incidente. Corinne non ha ancora recuperato la memoria circa questo episodio, ha chiesto di vedere la guida americana Fabrizio per maggiori spiegazioni.
 

Ore 10.45
Corinne sta lasciando il reparto di terapia intensiva, rimane sotto osservazione ma le sue condizioni di salute migliorano sempre di più.

(Traduzioni di Riccardo Ghislanzoni)

Ultimo aggiornamento Lunedì 10 Novembre 2008 22:21