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Intervista a Kilian Jornet Burgada PDF Stampa E-mail
Scritto da Riccardo Ghislanzoni   
Martedì 10 Novembre 2009 23:00

Mese di ottobre, così per caso comincio uno scambio di e-mail col campionissimo di skyrunning e di ultra-trail, lo spagnolo Kilian Jornet Burgada. Approfitto della sua disponibilità per rivolgergli qualche domanda. Ed ecco che ne è nata una intervista che spazia dall’infanzia di Kilian fino ai recenti trionfi nello scialpinismo, nello skyrunning e nel trail, attraverso temi scottanti come quello del doping. Non solo un campione della sport ma anche un ragazzo molto semplice e con le idee molto chiare.
Ma conosciamo meglio Kilian. Buona lettura!

 


Kilian a  Font Romeu (Foto Marc Vila)


- Chi è Kilian Jornet Burgada?

Sono uno scialpinista e corridore di montagna, ho 22 anni (27-10-1987) e vivo in Catalogna, sui Pirenei, a Font Romeu, una stazione sciistica a 1800 metri, dove c’è l’università e mi alleno. Sono una persona felice perché posso seguire le mie passioni: le gare e la montagna.

 

- Vuoi raccontarci come è nata la tua passione per la montagna e per la corsa?

Da sempre sono stato in montagna, sono nato in un rifugio sui Pirenei a 2000 metri. I miei genitori erano i gestori e sono stati sempre grandi appassionati di sport e di montagna. Con loro ho fatto parecchie ascensioni, anche in quota. Mia madre faceva anche gare di sci e di corsa.
Per me e mia sorella, che ha un anno meno di me, andare in montagna è stato da sempre un gioco. Quando tornavamo da scuola, andavamo a giocare in montagna e, in inverno, con gli sci da fodo. E in vacanza andavamo sempre in montagna con i nostri genitori, sui Pirenei, sulle Alpi, sui Monti Atlas (Marocco), in Argentina… ma sempre montagna!
Poi ho cominciato a correre per allenarmi per lo scialpinismo e a 13 anni ho iniziato a fare gare di scialpinismo, entrando nel CTEMC (Centro de Tecnificación de esquí de montaña, centro di scialpinismo della Catalogna). Per allenarmi, in estate andavo in montagna a camminare coi bastoncini e correvo. Come molti scialpinisti (tra cui Agustí Roc, Manu Pérez, Toti Bes, …), in estate gareggiavo nelle corse a piedi per prepararmi alla stagione invernale.
Adesso da maggio a ottobre corro e poi mi dedico allo scialpinismo fino ad aprile.

 

 

 

 

Kilian e la sorella in Lapponia, all’età di 2-3 anni (archivio Kilian)

La Marxa Pirineu (Traversata dei Pirenei) (archivio Kilian)

Kilian e la sorella sul Breithorn , il primo “4000” (archivio Kilian)



- Kilian, oltre alla corsa, quali sport pratichi?

Soprattutto lo scialpinismo! E per allenarmi, faccio skiroll e sci di fondo in inverno e bicicletta in estate. Mi piace anche l’arrampicata e l’alpinismo ma non ho più il tempo per farli…

 

- Hobby, passioni?

Oltre all’università e all’allenamento non mi rimane più troppo tempo. Ma mi piace molto la lettura, mi piace disegnare (graffito e carboncino) e mi appassiona lo studio, soprattutto dei materiali e della fisiologia.

 

- Rimanendo nella corsa, che specialità preferisci? Corsa in montagna (gare brevi o Vertical Kilometer), skyrace o ultra-trail?

In estate mi piacciono tutte. Il Chilometro Verticale è una gara molto “fisica”. Le skyrace sono le migliori per me: montagna e tecnica. Le ultra sono “superazione”, trovare i tuoi limiti.
Dopo ci sono tanti altri fattori, come l’organizzazione, l’ambiente, il paesaggio…

 

- Come organizzi la tua settimana nel periodo delle gare? Come distribuisci i tuoi allenamenti?

In estate è più facile perché non c’è l’università e ho tutto il tempo disponibile. E allora tutto dipende dalle gare che faccio. Di solito prendo il mio furgone (o il camper se devo dormire) e vado in montagna. Mi alleno tutti i giorni e, se ho una gara, il venerdì riposo.
In estate non faccio “intensità” perché già in inverno con gli sci ne faccio troppa! Preferisco andare a correre in montagna. Di solito faccio 4-5 giorni di corsa sempre in montagna, tra le 2 e le 4-5 ore, e 2-3 giorni di bicicletta su strada. Poi mi piace andare nei luoghi delle gare, allenarmi e conoscere la montagne di quella regione.

 


Preparando il GR20 (archivio Kilian)


- Come ti organizzi, invece, nel periodo lontano dalle gare?

In inverno mi alleno solo con gli sci, da novembre ad aprile non corro mai. Faccio allenamento di “quantità” e progressivamente inserisco quello sull’intensità da novembre a dicembre, quando non ci sono le gare. Poi da gennaio ad aprile ci sono gare quasi tutti i fine settimana e l’allenamento sono il recupero e alcuni lavori sull’intensità. Poi verso aprile-maggio c’è la transizione, e cerco di riposare per due settimane per far recuperare il mio fisico dalla lunga stagione invernale (di solito sono 18-20 gare…) . Quindi ricomincio a correre e le gare iniziano presto: dalla ultima gara di scialpinismo a Zegama, la prima skyrace, hai al massimo un mese per riprendere a correre. Poi faccio grandi volumi di allenamento e gareggio fino alla fine di settembre. Quindi riposo per altre due settimane e ricomincio a preparare la stagione dello scialpinismo. 

 

- Risposte lampo. Tra le gare che hai corso, qual è stata:

      - la più tecnica? La Mount Kinabalu Climbathon in Malesia e il Sentiero delle Grigne.

     - la più faticosa? Il Tahoe Rim Trail.

     - la più emozionante? Tante…

     - la più spettacolare? Quella in Malesia per i paesaggi e la Sierre-Zinal in Svizzera per la velocità.

     - quella con il pubblico più caldo? Zegama!

     - quella che consiglieresti di correre? Zegama, Giir di Mont, Sierre-Zinal, Grigne.

     - quella che non rifaresti? Nessuna.

     - quella a cui sei più affezionato? Andorra, Zegama, Giir di Mont.

 


Tahoe Rim Trail 2009 (foto Monica Dalmasso)


- Quale gara sogni ancora di fare?

Tante! Western States, Hardrock, Diagonale des Fous, Pikes Peak, Kima…

 

- C’è qualcosa che ti colpisce delle gare italiane?

Il calore del pubblico e i tracciati tecnici, sono vere skyrace!

 


Giir di Mont 2009 (fonte Newspower Canon)


- Risposte lampo. A cosa pensi se ti dico:

     - Ultra-Trail du Mont-Blanc? La gente (corridori+pubblico), il paesaggio e… la sofferenza!

     - Trofeo Scaccabarozzi e Grigne? Tecnico, organizzazione (Luigi, Dario…), lungo.

     - Giir di Mont e Premana? Caldo, gli amici di Premana, velocità ma… tre salite dure dure!!

 


Trofeo Scaccabarozzi 2007 (foto di Alberto Locatelli)


- Quale atleta ammiri di più o prendi come riferimento nel mondo della corsa?

Agustí Roc mi ha sempre dato tanti consigli e mi ha insegnato tanto! Bruno Brunod è il più tecnico, il migliore skyrunner, basta una parola: Cervino!
Dopo ho tanta ammirazione per Marco De Gasperi.

 

- Ultra-Trail du Mont-Blanc, 166 km intorno al Monte Bianco: Marco Olmo (classe 1948) vince le edizioni 2006 e 2007 mentre Kilian Jornet Burgada (classe 1987) vince le edizioni 2008 e 2009, l’esperienza e la regolarità contro l’entusiasmo e la brillantezza giovanile. Ma quale elemento conta di più per vincere questa gara?

Nelle Ultra è più importante la testa (almeno un 50%), il corpo va ma è la testa che ti fa continuare quando sei morto, non ti fa sentire il dolore e ti fa correre quando pensi solo a riposare… E questo vale a tutte le età.

 


UTMB 2009 (da kilianjornet.blogspot.com)

 

- Qual è la tua dote migliore nella corsa? La salita, la discesa, la resistenza, la completezza...

Penso che le gare si vincono in salita ma si perdono in discesa e cerco di allenarmi per andare forte sia in salita che in discesa. A piedi vado bene, ma con gli sci è duro il livello là davanti!
Credo di avere una buona resistenza ma poi si può sempre migliorare tanto…

 

- Vuoi fare un bilancio del tuo 2009 di corsa? Ti aspettavi la riconferma come campione delle Skyrunner World Series?

Questo 2009 è stato un anno molto bello per me. All’inizio è stata molto dura, alla fine dell’inverno avevo un po’ di anemia ed ero in sovrallenamento. Ero stanco e ho dovuto fermarmi per un mese, saltando così il Mezzalama e la skyrace di Zegama.
Poi sono ripartito con più forza, con freschezza e le motivazioni erano altissime, le gare andavano bene ma alla fine, dopo le gare lunghe, non sapevo se sarei stato ancora capace di andare forte anche nelle gare più corte.
Prima del Kinabalu (l’ultima prova delle Skyrunner World Seies in Malesia, NdA) questo era il mio problema più grande, ma in gara ho visto che andavo bene...
L’aspetto più positivo di quest’anno è stato per me vedere il veloce recupero dopo le gare lunghe e vedere come ero anche più veloce nelle gare più “piane” come il Giir di Mont e la Sierre-Zinal. Questo mi dà molte motivazioni per il prossimo anno!

 

- Sei giovanissimo e hai già ottenuto tante vittorie nelle più importanti skyrace, nelle corse in montagna, negli ultra-trail e nelle gare di scialpinismo. Quali sono le tue prossime sfide?

Nel 2010 ci sono i Campionati del Mondo di scialpinismo ad Andorra, la Pierra Menta in Francia e la Patrouille des Glaciers (PDG) in Svizzera. In estate non so ancora, ma penso che dobbiamo trovare sempre le motivazioni per continuare. Nella mia testa ci sono tante gare e progetti!

 

- Quest’anno è stato l’anno della Kilian’s Quest, la “ricerca” di Kilian, dal record del GR20 in Corsica (200 km con 12800 m di dislivello positivo in 32h54’) a quello negli Stati Uniti, al Tahoe Rim Trail (265 km in 38h32’). Cosa ti ha portato questa ricerca? Quali sono i prossimi sogni?

La “ricerca” mi ha portato a scoprire nuove montagne, nuovi paesi, luoghi, gente, culture… Questo è l’aspetto più importante, poi viene il trovare i miei limiti, sapere dove possiamo arrivare.

 


GR20 – Corsica (archivio Kilian)


- L’anno prossimo, a settembre, ci sarà la prima edizione del Tor de Géants, l’endurance trail della Valle d’Aosta in un’unica tappa, 321 km con 24.000 m di dislivello positivo, tempo massimo di 150 ore. Che ne dici? Ti vedremo alla partenza?

Penso che sia una gara durissima ma anche bellissima perché il percorso è incredibile. Ne ho sentito parlare abbastanza e mi piacerebbe correrla, ma ancora non so… A gennaio e febbraio deciderò quali saranno le gare e i progetti che farò, e il Tor de Géants è “forte”!

 

- Molti si stupiscono di come tu sia in grado di fare così tante gare ad alto livello, un susseguirsi di vittorie con tempi di recupero ridottissimi. Chi non ti conosce potrebbe dire: “Non è possibile, per me fa uso di doping!”. Tu cosa gli risponderesti?

Penso e voglio pensare che il doping non sia diffuso. Questo perché corriamo per piacere, per amore della montagna, e la montagna è trovare e superare i NOSTRI limiti come persone. Se ti dopi non saranno più i nostri limiti ma altri. Se volessimo i soldi, allora lavoreremmo in ufficio, o faremmo altri sport come la corsa su strada o il ciclismo… Io penso che dobbiamo fare le cose per piacere, andare ad allenarci perché ti piace correre in montagna.
Se qualcuno non crede che sia possibile fare queste cose senza doping, può pensare quello che vuole. Ritengo che sia più corretto andare ad allenarsi, e allenarsi duramente, piuttosto che restare davanti al computer o a casa e pensare che gli altri vincono grazie al doping e non perche si allenano di più o perché hanno più capacità.
Dopo, i casi come quelli di Patrick Blanc (campione francese di scialpinismo squalificato per uso di EPO nel 2008, NdA) sono un duro colpo, perché non capisco, perché? Non è più correre per piacere, il piacere non è la vittoria, il piacere è andare tutti giorni in montagna. Penso che comunque siano caso isolati.

 


UTMB 2009 (da kilianjornet.blogspot.com)


- Quale consiglio daresti a chi si avvicina alle corse in montagna?

Che lo facciano per piacere, l’allenamento non deve essere più allenamento ma è il divertirsi tutti i giorni in montagna. Bisogna poi essere coscienti che siamo in montagna e la montagna è sempre quella che vince. E allora dobbiamo sapere che i limiti sono due: i nostri, quelli fisici, tecnici e mentali, che dobbiamo allenare per migliorare, e i limiti della montagna, il meteo, la tecnicità del percorso, il tempo, le condizioni… Dobbiamo considerare tutti questi elementi quando abbiamo un obbiettivo.

 

- Vuoi fare un saluto ai tuoi tifosi italiani e ai visitatori del sito asfalchi.it?

Saluti a tuti, Grazzie per fare tifo, credo che siamo una gran famiglia, non concorenti da gara ma amici da sufrenza o megglio da piacere! Vos aspeto nelle gare o allenando nelle montagne!
(Un saluto a tutti, grazie per il vostro tifo, credo che siamo una grande famiglia, non concorrenti in gara ma compagni di sofferenza, o meglio, di piacere! Vi aspetto alle gare o negli allenamenti in montagna).

 

E allora… muchas gratias Kilian!


Riccardo Ghislanzoni


Visita il sito di Kilian www.kilianjornet.com oppure il suo blog kilianjornet.blogspot.com oppure il sito con i suoi consigli sull’allenamento entreno.org


Kilian (da sito www.salomonrunning.com)

Ultimo aggiornamento Venerdì 13 Novembre 2009 13:18
 


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