Scalata alla torre di Barcellona: vince la Vassalli, sesta la Bonacina. Melano decimo tra i maschietti: ecco il suo racconto.
Barcellona (SPA) – Fortunatamente dopo la trasferta di Berlino che aveva chiuso il circuito europeo, questa trasferta spagnola ha visto la coppia Bonacina-Fracassi alle prese con un mezzo di locomozione assai più veloce della loro fidatissima C3 che li aveva accompagnati per oltre 24 ore in quella trasferta: trattasi di tale signor aereo, più volte reclamizzato dai media, di cui gli stessi avevano sentito parlare assai bene da coloro che lo avevano almeno una volta utilizzato. Il buon Gerry, marito di Daniela Vassalli, organizza il volo e contattiamo l’organizzazione per indicarci un albergo ma alla fine non ci intendiamo molto, o meglio è l’organizzatore che mi è sembrato un poco in aria e partiamo lunedì pomeriggio con l’albergo ancora da prenotare. Poco male ci siamo detti, troveremo sicuramente qualcosa alle porte di Barcelona senza complicarci troppo la vita. Alle 18.00 siamo a Girona, che dista 90 km dalla città che fu teatro delle olimpiadi estive del 1992. Affittiamo una Peugeot 206 e la signorina dell’ufficio turistico ci consiglia di cercare un alberghetto nel paese El Masnou poco prima di entrare a Barcellona e dunque puntiamo in direzione sud verso la Costa Brava. Appena giunti al paesello vediamo l’indicazione hotel Torino e senza saper ne leggere ne scrivere puntiamo in quella direzione; il problema di trovare un letto per la notte è stato risolto in un minuto e il padrone dell’hotel ci dà qualche indicazione per il giorno seguente per giungere alla Torre. Daniela è golosa di pizza e troviamo una pizzeria proprio fuori dall’hotel, il nome è invitante si chiama Positano, però la pizza dista anni luce da quelle fatte in Italia ma Daniela ci aveva messo in guardia dunque annaffiamo il tutto con una freschissima birra Moretti. Il giorno seguente sveglia alle 6.20, metto giù i piedi per terra e come da pronostico avverto dei dolori piuttosto fitti alla zona soleo-gemelli, la gara di domenica sera a Mariano Comense dove ho corso i 5000mt in pista con le chiodate, comincia a presentare i conti. Partiamo alle 6.45, è un giorno lavorativo e appena entriamo in autostrada mi sembra di essere a Milano in tangenziale est alle 8 del mattino. Seguiamo le indicazioni dell’albergatore ma giungiamo ad un punto che siamo costretti a chiedere lumi, la torre è li bella in vista, domina dalla collina, ma sembra quasi impossibile arrivarci, nessuna indicazione stradale la indica, evidentemente non è una attrazione turistica, ma alla fine ci arriviamo. Sono le 8, il primo partirà alle 10 dunque c’è il tempo per ritornare giù al primo bar per bere una caffé con lach e mangiare una brioscina. Il bar è poco più di uno sgabuzzino ed il bagno dell’aereo a confronto di quello trovato lì è un trilocale. Un velo di polvere sulla cassa indica che il buon esercente negli ultimi anni è stato un pochino restio ad emettere scontrini. Ritorniamo alla torre e iniziano ad arrivare i primi atleti, andiamo alla segreteria e ritiriamo il materiale: maglietta personalizzata da utilizzare in gara, maglietta tecnica by Gore-Tex, sacca e bandana. La gara, alla sua quarta edizione, è la finale della Gore-Tex Series aperta solo alle prime 10 donne e 50 uomini classificati nelle tre gare di qualificazione consistenti in gare di vertical kilometer e skyrace. La gara è stata poi inserita anche nel Vertical World Circuit e dunque eccoci iscritti, anche se non potremo partecipare al montepremi finale in quanto non abbiamo partecipato alle gare precedenti. Saliamo alla partenza e con nostra grande stupore vediamo che c’è un catering per atleti e accompagnatori per fare colazione ma non è il caso di fare il bis. Ci sono altri due italiani iscritti, Elia Costa di Belluno che parteciperà alla finale della Gore-Tex mentre il sig. Ferrara Salvatore correrà la gara singola come noi. Faccio fatica a riscaldarmi, le gambe mi fanno male, ma tra me e me penso che la vera fatica durerà solo poco più di tre minuti e poi tutto sarà finito. La prima a partire è Daniela, poi Cristina a 1 minuto e io a 2 minuti. L’antennone è alto 288 metri ma la gara si svolge nella prima metà su uno sviluppo di 40 piani, 712 gradini e 125 metri di dislivello. Le scale sono di acciaio e girano in senso orario e Daniela sembra preoccupata di questo particolare in quanto soffre da parecchio di sciatica e correre in senso orario le accentua il dolore. Chiude la sua prestazione con un fantastico 3’48’’04, undici secondi meglio del record fatto registrare l’anno scorso e la vittoria sembra ipotecata. Cristina chiude in 4’26’’2, è parecchio sofferente ma comunque pensa che meglio di così oggi non potesse fare, “Devo migliorare muscolarmente,”- ripete - “altrimenti non sarò più competitiva”. E il mio turno, avevo provato qualche rampa prima del via e mi ero convinto di poter correre due scalini alla volta aiutandomi comunque con il corrimano. Ci sono parecchie televisioni e fotografi, la gara è parecchio sentita. Dieci metri in linea e via in salita, per 20 piani tutto bene ma poi cala il buio, gli scalini si fanno leggermente più alti e non riesco più a tenere il passo iniziale, ogni piano è segnalato da un numero decrescente e inizia a passare troppo tempo tra uno e l’altro, decido di non usare più il corrimano, questo con il senno di poi sarà un grosso errore, non sono più lucido ma stringo i denti e alla fine chiudo in 3’22’’, non malaccio ma speravo di stare sotto i 3’20’’. Arriva anche il sig. Ferrara che chiude in 5’23’’. Una alla volta giungono all’arrivo anche le prime donne della finale, tutte sono sopra il tempo di Daniela Vassalli compresa anche la graziosa Stephanie Jimenez, vincitrice del Giir dei Mont 2009, che chiuderà in 3’58’’45. Desta sorpresa l’arrivo di Tina Gomez che chiude in 3’48’’15 ma nessuno si ricorda di preciso al centesimo il tempo della Vassalli e sembra che abbia vinto la Gomez ma rientrati alla partenza con nostra grande gioia abbiamo la conferma che Daniela l’ha spuntata per soli 11 centesimi, mentre Cristina chiuderà sesta. Tra gli uomini il favorito Augusti Roc si deve accontentare del secondo posto in 3’05’’42 e perde pure il record della gara che gli apparteneva con 3’03’25. Il vincitore di giornata è Just Sociats che fa registrare il tempo di 3’03’’00. Io giungo decimo, tutto sommato niente male. Altro ricco buffet durante e nel dopo gara e ottime premiazioni fanno di questo evento probabilmente la miglior gara a cui ho avuto l’onore di partecipare quest’anno. A mezzogiorno è tutto terminato, abbiamo 3 ore libere prima di rientrare all’aeroporto e decidiamo di passarle andando a visitare il Tempio del Tibidabo poco distante dalla Torre Collserola e goderci il panorama dalla sua sommità. Alle 20 siamo a Orio e ci salutiamo con Gerry e Daniela che poveretta solo un’ora dopo deve iniziare il turno notturno fino alle 7.30 del giorno seguente. Beh, in aereo il viaggio è passato un attimino più veloce rispetto alle 12 ore di guida per andare a Berlino, ma cosa volete, solo ora mi rendo conto della pazzia che avevamo fatto.
Dario “Melano” Fracassi
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