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26-7-2009 GIIR DI MONT PDF Stampa E-mail
Scritto da rg   
Lunedì 27 Luglio 2009 09:18

Vittoria con record per Kilian Jornet Burgada. Tra le donne vince l'andorrana Stephanie Jimenez.
Ecco i racconti della gara. 

Antonio Gianola (foto di Clara)

E così Premana e i Premanesi hanno fatto davvero un figurone! Il Giir di Mont è stato uno spettacolo, sia per gli atleti che per i tifosi. L’esame era difficile, la prova mondiale, ma è stato superato a pienissimi voti. Con lode aggiungerei!
E l’atleta simbolo della gara è stato forse un “giovanotto” premanese di 80 anni, Antonio “Cunili” Gianola, un monumento per lo sport!
Ma riviviamo la gara attraverso i racconti del Tadd, tornato al Giir di Mont dopo il suo incident, e a quello di Giak, al suo esordio a Premana.
E non dimentichiamoci dei sei Falchi (C. Simonetta, Crippa, Pizzagalli, Ricky, Filigura e Maggioni) in gara che si sono fatti onore. 


Da Podisti.net

Tutto in solo due parole: che spettacolo!
Ieri è andato in scena il 17° Giir di Mont organizzato dall'Associazione Sportiva di Premana, gara di SkyRace di 32 km che tocca i 12 alpeggi di Premana, con un bel dislivello di 2.400 metri. La gara inoltre era valida come quarta prova del Campionato del Mondo di SkyRunner World Series Races.
Essendo prova mondiale c'erano quindi tutti gli atleti più forti nella start list e ancora una volta la gara è stata vinta dal catalano Kilian Jornet Burgada che ha fermato il cronometro su  un tempo stratosferico: 3:05:08 (abbassando il suo precedente record di oltre 5' stabilito lo scorso anno). Dietro di lui è arrivato il grande messicano Ricardo Mejia con un distacco di 1'33" e a completare il podio è giunto Jessed Hernandez Gispert con un ritardo di 10'42" dal primo.
Per quanto riguarda la gara femminile è stata vinta dall’andorrana Stephanie Jimenez (4:05:44), al secondo posto l'italiana Emanuale Brizio (4:07:47) mentre il gradino più basso del podio è stato occupato dalla spagnola Mireia Miro Varela.
Premana è dove vivo per cui posso definire questa gara “una gara in casa" e ci tenevo tanto a parteciparvi soprattutto dopo 2 anni di stop... e così ho deciso di iscrivermi a questa edizione. Decisione presa con un po’ di preoccupazione per la mia caviglia semi-bloccata perché a correre sui sentieri di montagna è elevato il rischio di farsi male e io, da quando ho ripreso, ho quasi sempre corso sull'asfalto.
Dopo tutte le varie e solite raccomandazioni dei miei genitori finalmente è arrivato il grande giorno. Dopo aver fatto le solite operazioni pre-gara sono uscito di casa e ho raggiunto il luogo della partenza... a piedi!
Giunto al ritrovo ho notato un grande clima di festa che preannunciava una grande giornata di sport: tantissima gente, fra cui tanti miei amici con cui ho scambiato qualche parola e vari auguri prima di immetterci nella griglia di partenza.
Alle 8 e qualche minuto ecco lo sparo che ha dato il via al 17° Giir di Mont!
All'inizio ho provato un po’ di emozione per la tanta gente che applaudiva. Sentivo poi una strana sensazione perché ancora non riuscivo a credere che stavo per fare anch'io “la gara in casa” dopo 2 anni di assenza!
Il percorso inizia con una leggera discesa di circa 1 km e passata la località di Lavinol inizia la prima vera e lunga salita che porta all'alpe Chiarino.
In quel tratto ho visto mia mamma, mio cognato, mia sorella e miei adorati nipotini che  facevano il tifo per me... troppo bello!  Anche se conosco benissimo il percorso per me era come fosse stata la prima volta che salivo quella dura salita.
Cavalcato l'Alpe Chiarino (km 4,5) ci siamo diretti all'Alpe Barconcelli (km 7), Alpe Casarsa (Km 8), Alpe Forni (Km 8,5) e Vegessa (km 9) dove era posto il primo cancello delle 2 ore.
Sapevo che la successiva discesa, abbastanza scorrevole, ci avrebbe portato nel cuore della gara: ora stava arrivando il bello, una salita lunga e impegnativa che ci ha portati a raggiungere il punto più alto del percorso: Bocchetta Larec (quota 2063 mt). In cima, ad accogliere i concorrenti, c'era un tifo enorme di premanesi, che ho subito ringraziato consapevole che il peggio fosse passato perché sapevo che da lì in poi non ci sarebbero stati altri tratti impegnativi anche se eravamo solo a quasi metà gara (km 14,5).
Da Bocchetta Larec iniziava una discesa molto ripida, tecnica e impegnativa di circa 4,5 km che ci ha portati all'alpe Fraina (km 16,5), Alpe Caprecolo (km 17,5) e infine all’Alpe Rasga (Km 19) dove ho cercato di frenare un po’ la mia corsa perché non volevo rischiare di farmi male anche se il mio stato di forma era abbastanza buono, stavo bene e le gambe  reagivano bene.
Da qui, affrontando delle piccole salite e discese siamo arrivati all’alpeggio successivo, ovvero l'Alpe Premaniga (Km 23) dove era stato posizione il secondo cancello quello delle 4 ore e 30 minuti.
Anche qui il tifo è stato davvero molto caloroso e ho potuto salutare i miei conoscenti, i miei cari amici... insomma c'era davvero tantissima gente che mi ha dato la forza, la carica per andare avanti e completare bene la gara.
I successivi alpeggi da superare erano l'Alpe Solino (km 25), Alpe Piancalada (km 25,4), Alpe Deleguaggio (Km 27,5) che sarebbe il “mio” alpeggio considerato che lì ho una baita dove passo l’estate!
E finalmente ecco arrivato il grande momento, quello di affrontare l'ultima discesa che porta al traguardo, una discesa lunga 4,5 Km dove di solito do il massimo, ma che per questa volta ho corso con “il freno tirato” sia per il piede un po’ "ingrossato" sia perché a quel punto non volevo rischiare nulla perché ormai era fatta, sentivo l'odore del traguardo, sentivo che ce l’avevo fatta: insomma in quel tratto finale ho pensato a tante cose: ai miei genitori, che sicuramente erano in ansia, a tornare l'anno prossimo con il piede "sistemato", a come sarebbero stati gli ultimi metri di gara...
E mentre ero assorto nei miei pensieri é finita la discesa e non mi rimaneva che l'ultimo tratto in leggere salita, in paese. Finalmente ho visto in fondo lo striscione "Arrivo", e ho iniziato a sentire un tifo che sicuramente non dimenticherò mai, un tifo che mi ha davvero commosso.  Sentire lo speaker Agnel che, mentre arrivavo, raccontava che avevo lasciato da poco le stampelle e dopo due di anni di stop ero ritornato, vedere tutta quella gente che mi guardava e applaudiva forte e che gridava il mio nome è stato senz’ altro il più che mi potesse capitare!!
Ho alzato le braccia al cielo ringraziando tutti e ho finalmente tagliato il traguardo fermando il cronometro sul tempo di 4 ore e 24 minuti!
Concludo questo mio racconto ringraziando nuovamente tutti i premanesi per il tifo e l'organizzazione di Premana per aver lavorato molto ed essere riuscita a far diventare questa gara di livello mondiale: bravi!

Taddeo Bertoldini

 

Tadd (foto di Clara)




Da kominotti.blogspot.com

PREMESSA
La decisione di partecipare a questa gara l’ho maturata dopo aver fatto una ricognizione ai primi di luglio. Per la verità il fascino di queste valli l’avevo già assaporato nel mio progetto UltraDOL quando ho percorso la parte alta della Valvarrone in discesa.
E’ la quarta gara che faccio da quando ho intrapreso la mia avventura podistica e anche questa volta ho scelto uno stile diverso. Infatti a marzo ho fatto la mia prima maratona a Piacenza, a maggio il mio primo ultratrail di 125 km (The Abbot’s way) e la prima ultra maratona: la 100 km del Passatore. Essere presente a Premana per me è un motivo di grosso stimolo perché corro in un ambiente naturale che amo e che penso mi possa sempre insegnare molto. Non posso dire di aver preparato la gara ma comunque con i D+ ho iniziato a familiarizzare……

LA GIORNATA
Mi sveglio presto, Fluido passa a prendermi ad Annone alle 5.45. Faccio colazione con calma senza stress ne emozione. Arrivati a Premana, dopo la consegna dei bastoncini (ci verranno consegnati al Pont dal Dent) incontro tutti gli amici (vecchi e nuovi) di Podismo Brianza. Qualche battuta ed eccoci schierati alla partenza. Il mio GPS “intercetta” i cardio degli altri concorrenti: c’è tensione!! Io, stranamente, mi sento a mio agio anche per il fatto che ho incontrato tanti amici del posto che si domandano che cosa ci faccio in gara…..-e l’arrampicata?-..io rispondo che la pagina è stata “girata”.
Via! Si parte in fila indiana. Il primo km lo percorriamo quasi camminando e appena scorgo sull’altro fronte della valle i primi che salgono come delle “lippe” penso che dovrò fare la prima salita abbastanza in progressione per recuperare il tempo perso. Non ho l’incubo del secondo cancello (4h e 30m) ma decido che è meglio andar via di buon ritmo.
Con scatti leggeri inizio a recuperare posizioni fino a che riconosco l’incedere del mitico Pibe Ricky Ghislanzoni dei Falchi di Lecco. Subito mi chiedo se sto spingendo troppo: ma no, il fiato non lo sento neppure…..mi sembra irriverente superarlo ma dopo poco devo farlo anche perché immagino che lui andrà in crescendo, io invece non credo altrettanto.
A Chiarino mi sento veramente bene e mi proietto agile verso la discesa verso il primo cancello.
Anche se vado un po’ coi freni tirati non mi risparmio una bella distorsione alla caviglia sx….Ora affronto la parte che più mi preoccupa, la parte del fondovalle che presenta dei tratti anche pianeggianti: alterno camminata veloce alla corsa perchè mi accorgo che il mio walking è veloce quanto la corsa dei miei avversari.
Al ponte finalmente infilo i lacci dei miei bastoni, adesso mi sento molto sicuro. Posso scaricare la forza anche sulle braccia e mi accorgo che colmo le distanze con chi mi precede. E’ proprio uno spettacolo ‘sta salita! In cima ci sono un sacco di tifosi e musica da discoteca che mi aiuta nella mia ritmica spinta. Arrivo al ristoro dove incontro amici stupiti della mia presenza, mi rifornisco e giù a capofitto per una discesa da urlo. Non so chi farà l’urlo…..forse i miei quadricipiti? Per non far torto a nessuno un’altra distorsione alla caviglia arriva decisa. Da Charino a Rasga sempre vedo sempre Fluido davanti a me…sarà a un minuto -non di più- ma non riesco a raggiungerlo perché in discesa lui va forte e io devo anche far fronte a una novità:i crampi sull’ultima salita. Ai quadricipiti non mi era mai capitato! Riesco a decontrarre quanto basta per “andar su del mio passo” e perder il meno possibile. Mi volto e vedo la sagoma del Pibe in grossa rimonta, sapevo che prima di Deleguaggio mi avrebbe ripreso. Io non sono in crisi ma non vedo l’ora di finire questa ascesa. Inizia la discesa: vado giù veloce ma con una certa attenzione. Do un occhiata al cronometro e vedo che arriverò poco dopo le 5 ore: pensavo di metterci una bella mezz’oretta in più. I duecento metri si asfalto finali sono eterni e fa molto caldo. Nel finale tanta gente, bambini che ti chiedono di battere il cinque. Cerco di sorridere, faccio un applauso a tutti (veramente di cuore) e un saluto. Taglio il traguardo e penso alle mie due Anna, una figlia e una sorella (oggi è S.Anna).
A quest’ultima anche un buon compleanno, alla bocchetta di Larec l’ho sentita vicina….

CONCLUSIONI

Gara fantastica. Gente sportiva, affettuosa e orgogliosa del proprio territorio. Organizzazione di alto livello, perfetta. Un percorso che mi piace soprattutto per i bei tratti di salita. Sono soddisfatto…ma già penso all’edizione 2010!!

Giacomo “Giak” Cominotti



Ecco la cronaca della gara e le classifiche:

Cronaca della gara

Interviste

Classifica SkyMarathon

Classifica MiniSkyrace


Mejia e Burgada (foto Mauro Balossi)

 

Ultimo aggiornamento Venerdì 14 Agosto 2009 11:04
 


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