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Sondrio-Bernina-Sondrio in 13h14’36”... PDF Stampa E-mail
Giovedì 31 Luglio 2008 21:02
Eh sì, non avete letto male e non ho commesso errori di battitura! 13h14’36” sono bastate a Enrico Benedetti, al secolo Beno, per coprire A PIEDI (non in trial, pullman, taxi, tram, elicottero o altri mezzi similari) la lunga strada che dal capoluogo Valtellinese porta in cima al Bernina (4050 m) più il ritorno…

Beno (al centro)

Bernina (4050 m)



Per chi non lo conoscesse, Beno è un simpatico 29enne con la passione autentica per la montagna, in tutti i suoi aspetti. Da oltre un anno ha creato la rivista Le Montagne Divertenti” che rispecchia un po’ il suo modo di vivere la sua valle, la Valtellina, con tutte le sue cime, le sue tradizioni e le sue bellezze in generale.
Ultimamente sta anche sistemando con gli amici un Bivacco all’Alpe Montirolo in Val Fontana (link1link2).
Beno non è poi nuovo a queste imprese alpinistiche. Suo e di Francesco Marini era il precedente primato SO-Berny-SO di 21h43’ nel 2003.
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Io ho la fortuna di averlo come collega: è una persona molto intelligente, schietta e determinata. La montagna ha bisogna di tante persone come lui per essere riscoperta e valorizzata come merita.
Questa sua impresa è un chiaro segnale di come, anche ai giorni nostri, si possa coniugare la fatica e il sacrificio per ottenere risultati eccezionali in un territorio di cui dobbiamo ritenerci orgogliosi e che dobbiamo evitare che venga deturpato. L’invito è anche a riflettere sulle bellezze naturalistiche che ci circondano e ad apprezzarle come meritano!


Ma leggiamo dalle parole di Beno il racconto di questa sua nuova impresa durata poco più di 13 ore...
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”Angelo Granati: Enrico Benedetti, detto Beno, un eroe puro e vero”: leggi l’articolo su vaol.it
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Guarda le altre imprese di Beno 
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Ecco alcune simpatiche “considerazioni” sull’impresa di Beno fatte dagli amici.

INFRANTE LE BARRIERE DELLO SPAZIO-TEMPO

”Pensavamo di avere già visto tutto, di essere pronti a tutto, ma quando si mette in gioco Beno gli orizzonti dell'incredibile sono infranti. La sua ultima impresa, da x a y in z tempo, ci costringe a chiamare in causa il buon vecchio Einstein e la sua teoria della relatività dello spazio-tempo. Un dato solo basta a farne intuire l'epica grandezza: l'atleta ha portato a termine l'itinerario tanto velocemente che, in fase di discesa, ha incontrato se stesso che ancora saliva. Gli scienziati si interrogano, gli amanti dello sport in montagna plaudono, il pubblico delle Montagne divertenti aspetta la prossima performance, chiedendosi qual mai limite ci sia ancora da infrangere”.

Ciao a tutti,
a mio parere l'impresa del suddetto Beno (all'anagrafe Benedetti Enrico) trova spiegazione non in Einstein e nella teoria della relatività dello spazio-tempo, bensì nel più famoso dei paradossi di Zenone: Achille e la Tartaruga.
Qui di seguito - per chi ha tempo e voglia - la spiegazione matematica (che io non capisco) del paradosso. Per quelli meno avvezzi alle formule matematiche, ecco la spiegazione "terra terra" di quanto compiuto in data 29 Luglio 2008: Beno è partito da Montagna in Valtellina all'inseguimento del Beno partito qualche anno fa (2004?) nella storica impresa Sondrio-Bernina-Sondrio. Il Beno che è tornato sempre il 29 Luglio alle 15.00, è in realtà quello partito 4 anni fa (quindi: nessuna grande impresa!!!! Anzi: hai impiegato fin troppo!). Il Beno che ha cominciato a correre all'1.30 della notte tra lunedì e martedì scorso, è ancora oggi per strada.
Tornerà a casa quando un altro Beno (tra qualche anno) ripartirà da Sondrio alla conquista del Bernina in meno di 13 ore. Se qualcuno lo trova sui sentieri tra la Marinelli e la Marco&Rosa... non lo disturbi: è alla ricerca di un altro se stesso!
Avete capito? Io... no!!!!!!! Quindi: guardiamoci tutti Ritorno al futuro (I, II e III)... in cerca di spiegazioni…

Appendice: Il paradosso di Achille e la Tartaruga, del filosofo Zenone di Elea (circa 500 a.C.), ci è giunto nella descrizione fattane da Aristotele (384-322 a.C.) nella Fisica:
"Il secondo argomento è quello detto di Achille. Eccolo: il più lento corridore non sarà mai raggiunto nella sua corsa dal più veloce. Infatti sarà necessario che l'inseguitore proceda fin là donde si è mosso il fuggitivo, quindi è necessario che il corridore più lento si trovi sempre un po' più innanzi".
L'argomento si può esprimere in questi termini: supponiamo che si svolga una singolare gara di corsa fra il Pelide Achille (il piè veloce) ed una tartaruga. La sfida è impari, ma la tartaruga parte con un po' di vantaggio, per esempio 10m
(in Fig.1, i 10m sono rappresentati dal tratto A0 -A1). 


Fig.1

Nel tempo che Achille impiega per andare da A 0, il suo punto di partenza, a T0=A 1 , il punto da cui  parte la tartaruga, quest'ultima si sarà spostata in una posizione T1 (vedi ancora Fig. 1), e quando Achille arriva in T1=A2, la tartaruga avrà raggiunto una nuova posizione in T2 .
Altrettanto accade per T3, T 4 ,... e via all'infinito. Quindi il paradosso sta qui:
Achille non raggiungerà mai la tartaruga!
Per farlo dovrebbe percorrere un infinità di tratti del tipo Tn - Tn +1, sempre più piccoli, ma mai nulli.  

Ultimo aggiornamento Venerdì 01 Agosto 2008 08:41
 


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