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Lecco, male la prima… PDF Stampa E-mail
Lunedì 17 Marzo 2008 21:15
C’erano molte aspettative riposte in questo evento che, sulla carta, avrebbe dovuto dare lustro e prestigio alla Lecco sportiva e non solo. E invece…


Lecco (foto di Roberto Mandelli - da Podisti.net)


…non ci siamo assolutamente!
Premessa: la società promotrice, il Triathlon Lecco, è sicuramente molto attiva sul piano organizzativo ed è sicuramente lodevole questo spirito di iniziativa per promuovere lo sport. Finora ottimo successo avevano avuto le gare di Duathlon e Triathlon organizzate a Lecco e provincia. A gennaio c’era poi stata la “ciliegina” del Winter Triathlon ai Piani Resinelli.
C’è stata poi la decisione di fare il grande passo: organizzare la “regina” delle corse su strada, la maratona. Forse l’entusiasmo ha giocato un brutto scherzo e alla maratona è stata affiancata la “mezza” e la “Stracittadina”, sulla scia di altre manifestazioni più rodate organizzate altrove.
E forse è stato qui il primo grosso errore: farsi prendere dall’entusiasmo ed esagerare. Il mio pensiero è che forse neanche l’organizzazione stessa si aspettasse un così alto numero di iscritti (soprattutto nella mezza). Anche se fanno riflettere alcune voci che riferiscono che, pur nella bolgia generale della mattina della gara, venivano ancora accettate ulteriori iscrizioni!!! Mi auguro che fossero solo quelle della Stracittadina…
A Lecco mancava sicuramente una gara di strada di questo livello ed è stato un incentivo per molti lecchesi ad avvicinarsi alla mezza maratona e ai mitici 42,195 km della maratona. Quale occasione migliore per l’esordio se non quella sulle strade di casa, sulle quali ci si allena in settimana? Per tanti, quale occasione per migliorare il proprio personale su una gara, sulla carta, piatta e veloce?
La giornata di domenica comincia già con brutte avvisaglie. Il cielo imbronciato e la pioggia fine e fitta ben rappresenteranno l’umore “nero” di molti al termine della gara. La partenza viene posticipata di un quarto d’ora, troppa ressa al ritiro pettorali. E’ comprensibile, la gente è tanta. Gli spogliatoi pure sono piccoli.
Si parte e dopo il primo chilometro scarso si capisce già quale sarà la parola d’ordine della giornata: CAOS. I concorrenti vanno e tornano dalla stessa strada ma sono ben poche le transenne che separano i due “flussi” e questo ha creato non pochi rischi di “frontali” soprattutto all’inizio, quando il gruppo non è ancora sgranato e tanti si affannano a recuperare posizioni dopo essere rimasti “intruppati” alla partenza. Poi ecco la discutibile idea di fare i famosi circuiti “piccolo” e “grande” che creeranno non pochi problemi.
Nonostante la pioggia c’è comunque molta gente (non moltissima…) su alcuni tratti del percorso ed è comunque molto stimolante correre sulle strade su cui spesso ci si allena alla sera, almeno per noi lecchesi. Bello il passaggio per arrivare a Parè, meno bello il tratto per arrivare a Rivabella passando per Corso Martiri con l’insidia delle macchine che uscivano dagli stop. Bello il tratto sulla pista ciclabile e il passaggio tra i suggestivi scorci di Pescarenico. Si torna nei pressi del ponte Nuovo e in fondo a Leonardo da Vinci il caos… Un volontario urla: “A destra quelli della maratona, a sinistra quelli della mezza”. Al bivio c’è però confusione e la maggior parte degli atleti gira a destra seguendo la massa. Rivedo alcuni atleti della maratona che vantano tempi buoni e mi chiedo cosa ci fanno ancora lì. Mi accorgerò in seguito che c’è ancora la formula giro piccolo+grande. Fatto sta che alcuni tornano indietro, la maggior parte impreca. Li capisco, non è mai piacevole sbagliare percorso, già si fa fatica a correre…
L’unica cosa certa è che quando ripasso dalla zona partenza mi aspettano ancora 21,097 km tra giri piccoli e grandi mentre quelli della mezza tagliano lo striscione sotto lo sguardo del Cermenati nell’omonima piazza. Per noi “maratoneti” la gara continua e il percorso si ripete con l’acido lattico che si accumula nelle gambe. C’è qualcuno che ha ancora confusione nei punti in cui si ripassa più volte e sembra che anche gli uomini di testa abbiano sbagliato il percorso.
Quindi, percorso in parte bocciato. Altre pecche? I ristori, tutt’altro che posizionati a intervalli regolari… I chilometri? Segnalati malissimo con imprecisione macroscopica. Per fortuna che era una gara FIDAL… Visti i tempi attuali in cui la Federazione impedisce ai tesserati di partecipare a manifestazioni non inserite nei calendari federali, la FIDAL dovrebbe recitare il suo bel mea culpa ma questa è un’altra questione!
Se mai ci sarà una seconda edizione di questa manifestazione, l’augurio è che il Triathlon Lecco faccia tesoro di questa esperienza perché non si può altro che migliorare. Forse è meglio restare coi piedi per terra e continuare a organizzare la mezza maratona, rivedendo ovviamente tutti gli aspetti organizzativi ed il percorso. Un altro suggerimento è mettere il numero chiuso agli iscritti, scelta adottata da molte gare. Meglio avere meno atleti e riuscire a gestirli! Con gli anni si può poi man mano allargare la gara…
Ma l’aspetto che sicuramente sintetizza tutti questi discorsi è che in una gara il protagonista è l’atleta e tutto deve ruotare intorno a lui. E questo vale per quello che arriva primo e quello che arriva ultimo. A partire dal ritiro pettorale fino al pasta party finale. L’atleta deve solo pensare a correre e non avere dubbi sul percorso da seguire!
Speriamo che il Triathlon Lecco non si faccia scoraggiare dalle critiche. In questi casi è facile mollare ma la sfida più grande sarebbe quella di capire gli errori e riconquistare la fiducia degli atleti con una gara all’altezza di Lecco e della sua lunga tradizione sportiva.
Quindi alla prossima…
 

Riccardo Ghislanzoni – Presidente ASD Falchi Lecco 

PS: l'idea sarebbe quella di raccogliere sul nostro sito le vostre critiche attraverso il guestbook e poi comunicarle agli organizzatori. E’ il minimo che possiamo fare come associazione di Lecco…
Grazie mille a tutti per la collaborazione!
Ultimo aggiornamento Mercoledì 19 Marzo 2008 16:41
 


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